Oleg Antonov e il padre Jaroslav prima di una partita: hanno già vissuto in Trentino fra il 2001 e 2003
Trento, 1 luglio 2015
La prima intervista da giocatore della Trentino Volley di Oleg Antonov, schiacciatore di origine russa ma di passaporto italiano appena ingaggiato dalla Trentino Volley.
Benvenuto in Trentino Volley, Oleg. Raccontaci la tua scelta di firmare per questo Club.
“Sono stato fortunato perché Trento è una piazza ambita da tutti i giocatori e quindi appena ho saputo dell’interesse della Società nei miei confronti non me lo sono fatto dire due volte e ho accettato con grande entusiasmo. Sono soddisfattissimo di aver siglato questo contratto: arrivo in una provincia che conosco bene per avervi già vissuto quando ero più piccolo assieme alla mia famiglia e farò parte di un gruppo giovane, molto motivato. In questi ultime settimane vissute in Nazionale ho parlato tanto con Colaci, Lanza e Giannelli: ne ho tratto un’impressione davvero molto positiva. Evidentemente il Trentino era nel mio destino: qui con la maglia del Volley Mezzolombardo ho disputato il primo campionato giovanile della mia carriera in Under 14”.
Che ricordi hai di quella prima esperienza nella nostra provincia?
“Ero davvero molto giovane, avevo appena tredici anni ed ero al seguito della mia famiglia: mio padre era stato chiamato dal Volley Mezzolombardo per allenare la squadra di Serie B1. Furono due anni molto belli, ho conosciuto tante persone a cui sono ancora legato e ho iniziato a giocare proprio qui, facendo il primo tesseramento della mia vita che di fatto mi permette di giocare con lo status di italiano. Lo considero un ritorno alle origini della mia avventura pallavolistica”.
Papà Jaroslav, uno dei migliori opposti della storia della pallavolo russa, cosa ti ha detto rispetto alla tua scelta di venire a Trento?
“Era molto contento, ama questa terra ed è molto grato a tutti per l’esperienza che ha vissuto qui fra il 2001 e 2003 e poi conosce bene il valore di una Società come Trentino Volley. Abbiamo parlato tanto di questa possibilità che si è creata nelle ultime settimane e non c’era motivo per dire di no. Appena potrà verrà anche lui a Trento e potrà rivedere le splendide montagne che la circondano: le ha sempre amate molto”.
Che tipo di giocatore sei?
“Attacco e battuta sono i fondamentali in cui mi esprimo meglio e in cui mi sento più sicuro dei miei mezzi. Cercherò di metterli a disposizione della squadra senza però trascurare nemmeno gli altri perché nella pallavolo moderna devi essere il più completo possibile per stare a certi livelli. Sono cresciuto nel settore giovanile della Sisley Treviso, a cui sono approdato subito dopo l’esperienza di Mezzolombardo. Devo tutto a chi mi ha allenato lì: sono stati anni molto intensi, ho lavorato sodo e di fatto mi hanno fatto maturare tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello mentale. Per trovare l’accordo con Trento ho parlato con Bruno Da Re, che ai tempi era il General Manager di Treviso: scherzando gli ho detto che conosco il dialetto veneto quasi meglio di lui visto che ho la cittadinanza a Silea e da poco ho pure il doppio passaporto che mi permette di giocare in Nazionale”.
Che tipo di esperienza è stata quella nel campionato francese?
“A Tours ho vissuto una stagione molto interessante e formativa; al di là delle vittorie di tre titoli (Scudetto, Coppa di Francia e Supercoppa, ndr) mi sono confrontato con un tipo di campionato molto diverso da quello italiano ma sono riuscito ad ambientarmi abbastanza in fretta. Ho giocato tante partite importante e pure la Champions League e ora mi sento pronto a rientrare nella SuperLega che avevo abbandonato la scorsa estate. Il mio sarà un ritorno in grande stile: rientro dalla porta principale, quella della Trentino Volley Campione d’Italia!”.
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